lunedì 29 giugno 2009

Io odio il potere - Pasolini

Anche se non amo questo utilizzo della parola "anarchia", grazie a Konserva, per questo remix.

venerdì 29 maggio 2009

Paolo Cucchiarelli - Il Serenase di Piazza Fontana




Avere una coscienza e vivere a milano delle volte è faticoso.
È faticoso vivere il presente, è faticoso tenere vivo il passato.

...oggi è uscito un libro, che si chiama ''Il segreto di Piazza Fontana'' -no, il link non c'è- e adesso ne scrivo un po', pur senza averlo letto (700pag + uscito oggi = non c'è tempo...)*.

L'ANSA ne parla così tanto, ma così tanto, ma così tanto, che per prima cosa mi sono andata a vedere chi è questo Paolo Cucchiarelli.
Un giornalista dell'ANSA. Appunto.

A parte Pinelli che durante un alterco in questura cade di schiena dalla finestra, sostanzialmente la, ehm, “novità” è: c'erano due bombe, una di Valpreda (che però sarebbe dovuta esplodere dopo la chiusura della banca) l'altra di Ordine Nuovo.

La tesi sostiene infatti che “i neofascisti di Ordine Nuovo, infiltratisi tra gli anarchici e nei gruppi marxisti-leninisti a Roma e Milano già dal '68, idearono la strage-trappola per cercare di provocare una 'strettà del sistema democratico. Il progetto neofascista voleva far ricadere tutta la colpa della strage sugli anarchici.”

A me, la prima cosa che vien da chiedermi è: ma perchè passar dei mesi a bere e cantare “dimmi bel giovane“ con gli anarchici? Perchè non fare come al solito, mettere una bomba e poi ciclostilare una rivendicazione con la A cerchiata? Che poi, si perde del tempo ed è anche rischioso star lì, far due bombe, far due timer diversi, andar due volte a portarle...vien lunga...


A Cucchiarelli va però un merito: aver saputo confezionare e impacchettare una verità che finalmente accontenta e rassicura anche gli elettori del PD e i loro congeneri.
Non a caso, la prefazione è di napolitano.

Prima le strade possibili erano due: credere alla ridicola versione ufficiale, fatta di ballerini che prendono taxi per fare 400 metri e ferrovieri teatrali che saltano gridando “viva l'anarchia”; oppure ricercare i mandanti della strage e del sistematico depistaggio delle indagini tra chi governa(va), in quel sistema di vasi comunicanti che, come una fognatura, si muove al di sotto della superficie visibile.

Grazie e Cucchiarelli anche i napolitani hanno finalmente una verità confezionata tutta per loro, che non li farà sembrare così sciocchi da credere alla versione ufficiale ma nemmeno li mescolerà con la feccia sovversiva e complottista.


Nei loro salotti potranno finalmente spacchettare il regalo ricevuto da Cucchiarelli, una storia in cui i fascisti sono degli invasati barbablù e gli anarchici degli ingenui idealisti.
E in cui lo stato, ovviamente, non è messo in discussione.

Morbido e comodo, come una poltrona. Dormiamo tranquilli.

Volendo approfondire, volendo ricordare:
il dossier su Piazza Fontana fatto dal Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa

    *non mi rompete il cazzo! Mi baso sull'ANSA. Se nemmeno quelli dell'ANSA sanno scrivere un'ANSA decente sul libro di un giornalista dell'ANSA non sono problemi miei.

domenica 24 maggio 2009

Bitte Update: promesse mantenute


Sia chiaro, le promesse mantenute sono le mie (vedi questo post qui), non le loro. Non che il Bitte non sia stato di parola, però insomma, io rendo conto solo del mio...
Detto questo ecco l'atteso attesissimo Updat-1 !
In questa settimana sono stata un paio di sere in quel di via Watt 37, immolandomi alla causa della promessa che debito è, per gli amatissssimi lettori di Grigiofumo.

Questo post, ad esempio, lo sto scrivendo al fresco del cortile del Bitte, che oltre ad avere "fiori, piante, alberi e nani da giardino in carne ed ossa" ha anche la WI-FI...grande, grandissssssssima cosa.
Bravi!

Partiamo con una doverosa comunicazione di servizio: la tessera all'arci (è la stessa per tutti gli arci italiani) è d'obbligo e non si può fare al momento. Se volete portavi avanti coi lavori potete farla direttamente online qui

Nel complesso: appena entrati la sensazione è rilassante e alcuni eccessi volutamente teatrali si sposano perfettamente con l'ambiente di un bel gusto minimalista, la scelta di proiettare senza audio classiconi anni b/n arreda senza risultare invasiva.

Per il resto, il posto sta ingranando, per cui per il momento posso solo scrivere di cene ed aperitivi, che in realtà saranno solo una minima parte dell'offerta dei mesi a venire, ma tant'è...

Aperitivo al Bitte:
Se hai più di 25 anni ti sei sicuramente già rotto il cazzo da un pezzo della deriva kitsch dei Navigli e l'affollamento caciarone con cui ci si scontra ogni volta che si tenta di andare a bere una birra.
Fare 500mt in più e arrivare al Bitte dove, seduti nel verde (che sarà anche sintetico, ma gestalticamente rincuora) la gente chiacchiera ascoltando un gruppetto jazz mette il buon umore da subito.
L'accoglienza è amichevole, la birra buona (attenzione, meglio andare al bancone e prendersela direttamente) e il buffet di ottima qualità.

Cenare al Bitte:
Cenare al Bitte può essere un'ottima scelta. Dimenticatevi però gli ARCI classici, le salamelle e la pasta al sugo barra ragù barra pesto innaffiate da caraffe di vino al malditesta.
Si mangia decisamente bene, si beve bene, si paga il giusto (facciamo una media di 15 per antipasto-primo-vino).
Carta con scelta onesta: tre tre tre tre tre tre.
Ovvero, tre antipasti, tre primi, tre secondi, tre dolci, tre vinibianchi, tre vinirossi.
C'è un'apprezzabile attenzione non ossessiva per vegani e vegetariani.

lunedì 11 maggio 2009

good news under little madonna: riapre l'arci BITTE


Parafrasando i tekila bum bum posse: non so se da stasera milano sia meno nera, sicuramente è un po' meno grigia.
Dopo un anno di assurdi ping pong finalmente l'arci BITTE di via watt 37 può riaprire battenti, serrande, cucina e tutto il resto.

Con pretesti discutibili (che io e la mia dietrologia sospettosa rintracciamo -anche- qui) lo avevano fatto chiudere sul più bello, lasciandoci con la sensazione di quando si dimentica il libro in stazione, con una storia lasciata a metà e un viaggio da affrontare da soli...

Adesso sono tornati, il posto c'è, le menti ci sono, i fornelli promettono di far faville e finalmente un po' di cultura open source tornerà a fluire per milano.

Domani vado a trovarli e poi faccio un update a questo post, per il momento la notizia è così bella che ogni parola in più è una parola di troppo.

giovedì 7 maggio 2009

milano da (m)ungere



Dopo aver scritto questo post qui, nel quale mi facevo delle domande tipo "perchè al comune, alla regione e a tutti quelli lì sembra che noi cittadini stiamo antipatici?" o "perchè una birra che la settimana scorsa costava 5 euro oggi ne costa 8?" e chiudevo con "io ci sono cose che non me le spiego", oggi ho comprato il Corriere e, finalmente, ho trovato una riposta in questo articolo: "Discoteche: tangenti e festini per sfuggire ai controlli" (leggi: niente tangente tanti controlli)
Ora ho capito!
Questa città assomiglia sempre più ad un'ospedale geriatrico perchè è con quelli che si fanno i soldi!!
Vi ricordate "Mani pulite", Mario Chiesa, il Pio Albergo Trivulzio aka La Baggina?
Il meccanismo è un po' lo stesso, vecchio come milano e la mafia, in sostanza: paga il pizzo e ti proteggerò (da me).
A quanto pare in questo caso i protagonisti sono il presidente del Silb (associazione italiana imprese di intrattenimento e spettacolo) il ccv (commissione comunale di vigilanza) e il comandante della polizia locale di milano. Per capirci: questi sono quelli che decidono apertura o chiusura, quindi vita o morte, dei locali milanesi.
Niente male, un bel pool.
Pare che tale Rudy (che ha ricevuto un avviso di garanzia) sia contemporaneamente membro del ccv e presidente del silb. Cito dall'articolo: "Se ti iscrivevi al Silb, il suo sindacato, evitavi i controlli, altrimenti i vigili urbani sull’uscio diventavano la regola".
Ma non siamo venali. Non di solo euro vive l'uomo. Ci sono anche i festini!
"era normale, recita l’accusa, vincere le resistenze dei dipendenti pubblici a cui chiedevano favori invitandoli a festini nei night."
E' tutto chiaro.
I locali che chiudono, quelli coi cessi da epatite che restano aperti, le consumazioni a 8euro, i cambi di gestione, gli organizzatori che mollano colpo...

Ora, come nella settimana enigmistica, i puntini si uniscono.

...scusate, solo a me non stupisce per nulla questa scoperta?

mercoledì 6 maggio 2009

siamo così antipatici?


Dopo aver scritto questo post qui mi è arrivata via mail la segnalazione dell'ottimo articolo di Michele 'wad' Caporosso "milano chiude - Milano sta bruciando, un paio di motivi sparsi sulla sconfitta socio culturale della città". C'è dentro tanto del (ri)sentimento che sta alla base anche di questo blog, ci sono le domande che chi vive a milano si pone di continuo:
perchè questa città ci è così ostile?
perchè al comune, alla regione e a tutti quelli lì sembra che noi cittadini gli stiamo antipatici?
sono domande che vengono poste a chi in questi anni ci ha fatto ballare e divertire, come Matteo Saltalamacchia di Opposticoncordi ("Un''amministrazione illuminata dovrebbe incanalare, organizzare e qualificare i movimenti sociali spontanei, invece che snobbarli, censurarli o nella migliore delle ipotesi frenarli al minimo.") o Matteo "Flipper" ("Lo sapevate che negli anni '50 la gente ballava il charleston sui tetti delle case di Milano?").

Le risposte io non le ho trovate, non le trovano neanche loro, che citano McLhuan e resistono in una città che, quote Andrea Amichetti di Zero, "somiglia sempre più ad un ospedale geriatrico".

Update: nel frattempo sono stata a Berlino, dove dopo aver percorso kilometri di pista ciclabile mi fermavo a bere una birra sul ponte insieme ad altri ragazzi e guardavo le famiglie fare il bbq sui prati.
La sera del rientro a milano volevo mostrare le foto agli amici, puntello all'Indiana di via casale. Una birra, 8 euro.

Io ci sono cose che non me le spiego.

martedì 5 maggio 2009

Nipoti dell'officina, figli del caos - Anarchy in the EU


C'è un aggettivo che ultimamente va parecchio di moda: necessario.
Siccome sono stufa di essere out lo voglio usare anche io, l'occasione me la dà il libro di Alex Foti "Anarchy in the EU".
Alex, oltre che un amico, è uno che davvero ha una coscienza e vive a milano, un po' pensavo a lui quando ho scritto il sottotitolo del blog.
Si è inventato EuroMayDay e cento altre cose, parlare con lui è come star seduti dentro un caleidoscopio. E ascoltare un caleidoscopio.

Ma veniamo al libro.
La crisi come non l'avete mai letta, per continuare coi cliché giornalistici.
La cosa matta è che fa un'osservazione talmente lucida e disincantata della situazione economica, sociale e politica che mentre lo leggi sembra quasi visionario...poi ci pensi bene e la verità è che hai talmente perso l'abitudine alle analisi vere, sei talmente vittima di dietrologia e paraculogia che fai fatica a guardare i fatti per quelli che sono...
E poi nel libro ci sono degli stickers strepitosi di Zoescope e a me, che son bambina intrappolata nel corpo di una trentenne, date dei gadget e mi farete felice*.

Ora copioincollo la descrizione che mi è arrivata in Facebook, che è molto meglio di qualunque altra cosa potrei continuare a berciare io:

"Siamo i figli del caos e della catastrofe. Eppure bisogna continuare ad agire, senza tregua sperimentare, sbagliare, ripensarci, ritessere ancora, mandar giù nella memoria l’euforia collettiva delle cose riuscite, e cercare di espungere odi e rancori in vista della causa comune più alta.

La crisi economica sta ridisegnando gli scenari. Siamo all’alba di un periodo di grande conflittualità sociale e mentre politici e banchieri brancolano nel buio tentando di restare in sella, nuove radicalità emergono in tutte le periferie del pianeta.
Attraverso tesi provocatorie e futuribili, Anarchy in the EU studia il movimento anticapitalista mappando i tre colori che tingono i vessilli dei giovani ribelli europei. Il pink shocking di queer e neofemministe e delle pratiche nonviolente di sambe e clown. Il nero black dell’anarchia che combatte lo stato di polizia e la proprietà privata accomunando hacker, black bloc e no border. L’attivismo green di Critical Mass, Klimax e Climate Camp che si contrappone all’ecocidio del mercato globale."

* a proposito, non siate timidi, se mi volete mandare dei gadget scrivete a: gidouille@gmail.com

Update: il video della presentazione "Anarchy in the EU":

martedì 28 aprile 2009

Aspettando il Rebel8...

"Stanno uccidendo Milano, la sua anima viva e bella, la sua cultura, il suo senso.
Conosciamo bene le vittime di questi omicidi, ma chi è l'assassino? Guardati il trailer
"

http://rebel8.noblogs.org/



Ogni Tantum...


a me, che pure ho fatto l'itzzos di viapace (RIP †), fa sempre un po' ridere quando sento la gente che dice una tantum pensando che voglia dire ogni tanto.
Poi ogni tanto mi arrivano delle bollette di fastweb che dicono "+ 58 euro una tantum" e allora penso che forse nemmeno loro hanno fatto degli studi classici. Però non è che mi fa tanto ridere...

mercoledì 22 aprile 2009

Manshi qui o port'via?


ricapitolando:
a milano non si può:
andare in bicicletta (non ci sono le piste ciclabili)
tornare a casa dopo l'una di notte (non ci sono i mezzi pubblici)
fare la pipì (non ci sono i bagni pubblici)
bere dell'acqua (non ci sono più fontanelle)
stare fuori dal mom (recintato)
stare alle colonne di san lorenzo (recinzione coming soon)
stare in piazza vetra (recintata un'era geologica fa)
andare al parco sempione (vedi sopra)
andare all'arci Bitte (chiuso)
fare pic-nic al parco (boh, è vietato...)
andare al bosco di Gioia (raso al suolo)
far giocare i bimbi nel microverde di piazzale aquileia (ci stanno facendo un parcheggio)
passeggiare sulla darsena (vedi sopra)

...adesso anche mangiare kebab falafel et similia in posti e orari che non piacciono alla regione han detto che non si può...tipo occupazione abusiva di suolo cittadino da parte di cittadino + fuoripasto inssurrezionale, non ho ben capito, solo che, a quanto pare, l'han vietato.

Ma quindi, ricapitolando, a milano, cos'è che si può fare?

martedì 21 aprile 2009


Donna Marzia è un vino che ogni tanto compro, non tanto perchè sia buono, ma perchè io, nella mia testa, quando leggo l'etichetta aggiungo sempre na.

Donna Marziana, leggo.
E poi lo compro.

lunedì 20 aprile 2009

del com'è e del come non'è

Grigiofumo all'inizio si doveva chiamare in un altro modo.
Nè con lo Stato, nè con le PR, si doveva chiamare.
Oppure Queneau e il tempo libero, si doveva chiamare.
Poi insomma, si sa come vanno queste cose, alla fine il nome è cambiato.
Ma va bene lo stesso.
Anche Grigiofumo mi piace.
Rende l'idea.
Se vivi a Milano lo sai, che rende l'idea.

Per il resto, non ha nessuna pretesa, questo blog.
Che ora che l'ho fatto nascere quasi mi dispiace per lui, che lo vivo un po' come un bambino nato in una famiglia sfortunata, che pensi: io son contenta, che ci sei, però ora che ti vedo e già ti voglio un po' bene mi dispiace, per la vita di merda che ti aspetta.

Non so dirgli cosa lo aspetta.
Ci metterò un po' di cose, in ordine sparso, che io son nata per sparpagliare, è una vita che sparpaglio...

Ci sarà la rabbia per una città che potrebbe bruciare e invece fuma; la risata che ride e ride, ma non riesce a seppellire niente; le cose che dovrebbero indignare e quelle per cui si dovrebbe indagare; le parole inventate e le parole scontate; derrate di pensieri e pensieri a rate; problemi, giramenti di palle, sensazioni a pelle...

Ci sarà un po' del mio babbo, spero.
Di quel taciturno provinciale vestito a festa che lui sì, che l'avrebbe scritto bene un blog.
La superstar di Twitter, sarebbe stato.
Invece adesso è un viso con dentro due bocce azzurre, che sto delle ore a guardarle e mi aspetto, da un momento all'altro, di vederci nuotare dei pesci, in quelle bocce azzurre.